Estratto dal libro "Yogacara"

di Roland Yuno Rech

L'insegnamento del Buddha e il Mahayana

CouvYogacara

Vorrei ritornare alla sviluppo della filosofia buddhista dal tempo di Shakyamuni Buddha, cinque secoli a.C., fino alla comparsa del Yogacara, con i due celebri fratelli Asangha e Vasubandhu, che vengono collocati al limite tra il terzo e quarto secolo d.C.

Cosa è accaduto nell'ambito del pensiero buddhista in questo periodo? Alcune scuole buddhiste, quali il Tendai, considerano che Shakyamuni dopo il suo risveglio ha cercato di insegnare la sua esperienza nel modo più approfondito. Avrebbe inasegnato le tesi, le idee che ritroviamo nel sutra della Ghirlanda Fiorita, l'Avatamsaka sutra (ora p considerao come facente parte del terzo ciclo dell'insegnamento del Buddha e paradossalmente, lo si mette alla fine). Ma nel giro di una settimana o di qualche giorno, vrebbe rinunciato a insegnarlo poiché si era reso conto che i suoi interlocutori non lo capivano. Poneva troppe questioni! Si sarebbe quindi deciso ad insegnare le Quattro Nobili Verità e l'Ottuplice Sentiero, e in modo più generale la fiosofia di quello che ora viene denominato il "Piccolo Veicolo" o Theravada. Solo cinque secoli dopo si sarebbero, diciamo riscoperti i sutra della Prajna Paramita e il sutra della Ghirlanda Fiorita.

Ritengo che questa storia sia certamente un mito. Sono abbastanza convinto che il Buddha per quaranta anni, come egli stesso ha detto, non ha nascosto nulla sul suo insegnamento. Penso anche che gli insegnamenti del Mahayana sono contenuti negli insegnamenti originari del Buddha. E' solo il modo di capire e di studiare questi insegnamenti originari, e soprattutto le conclusioni che i monnci che li studiavano ne hanno tratto, che hanno fatti sì che l'insegnamento originario di Shakyamuni, che era il Mahayana, il Grande Veicolo fin dall'origine, sia divenuto alla fine un piccolo veicolo. E' diventato un insegnamento che ha tradito sempre più l'intezione iniziale, e quindi il risveglio iniziale di Shakyamuni.

Alla fine, credo che ciò che gli autori della Prajna Paramita hanno riscoperto all'inizio dell'era cristiana, all'inizio del terzo secolo all'incirca, non sono dei sutra che sarebbero stati conservati al fondo di una grotta dai Naga come dice la leggenda, ma semplicemente il senso profondo dell'insegnamento già presente nelle parole di Shakyamuni, fin dall'inizio. Quello che è cambiato, a parer mio, è piuttosto la maniera di studiare l'insegnamento originario, di interpretarlo. Io credo che non ci sia nulla di nascosto, e adduco come prova un sutra denominato il Mula-Pariyaya sutra. In italiano viene tradotto con "La Causa Originaria", che è una pessima traduzione poiché nel buddhismo, nell'insegnamento del Buddha non c'è una causa originaria. Infine, quando dico: "Non c'è una causa originaria", è una affermazione della realtà profonda, della realtà ultima, una verità profonda. Nella realtà superficiale o relativa invece ci sono cause e origini. Le cose appaiono e scompaiono. Almeno c'è una origine immediata o prossima. Ma non si può risalire nel tempo o nella mente per trovare l'origine ultima.

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